Una sera a Milano? Nuovi locali tra design, cucina gourmet, vini e cocktail d’autore
Una selezione di nuove aperture in tutta la città: tra trattorie di quartiere che sembrano bistrot parigini, wine bar, gastronomie chic con dehors, fine dining dai tratti contemporanei e ristoranti tradizionali con ricette della nonna
Milano non dorme mai. Sotto la Madonnina di mese in mese nuove insegne si aggiungono alla lista di indirizzi “assolutamente da provare”, tracciando un’evoluzione continua in termini di esperienze e aspettative. Ma dato che l’attesa è snervante, il doppio turno anche e il fully booked ormai sempre un rischio, ecco una selezione di nuove aperture sparse in tutta la città: fine dining dai tratti contemporanei, gastronomie chic con dehors, trattorie di quartiere, wine e cocktail bar degni di nota, in cui anche l’atmosfera e il giusto mix tra cucina e design gioca un ruolo chiave. Perché “si mangia anche con gli occhi”.
Silvano - vini e cibi al banco
Da quando ha aperto, ne parlano tutti. Vineria naturale con etichette di piccoli produttori, osteria, bakery, ma anche bistrot. Difficile definire Silvano - vini e cibi al banco, ultimo progetto di Cesare Battisti e dello chef Vladimiro Poma, locale che rispecchia l’anima verace e multietnica di NoLo, un tempo zona periferica, oggi tra le più cool della città. Un bancone lungo 14 metri con una dozzina di sgabelli e una manciata di tavolini in sala. Piatti in ceramica di recupero, lampade anni Settanta, vetrine in ferro battuto che si aprono sulla piazza: qui storie e racconti si intrecciano, mentre l’aria è pervasa dal profumo di pane e ragù. Nel laboratorio interno sovrasta un enorme forno da panificazione, in cui tutto viene cotto. I piatti cambiano in base alla stagionalità, ma nervetti alla milanese, salsa tonnata con capperi, crudi di pesce, riso al tegamino, paté di fegatini, alici scottate… non deluderanno mai!
Dove: Piazza Morbegno, 2
Bar Nico
Etichette ricercate di vini italiani, francesi e spagnoli si sposano con piccoli assaggi come formaggi e salumi con pan brioches, conserve varie, sardine affumicate, olive marinate, taralli artigianali. Nel quartiere Acquabella, tra case colorate ed edifici Art Decò, quattro vetrine ad angolo racchiudono una meta già di tendenza: Bar Nico. Sede di un gommista, e prima ancora di uno storico pastificio di cui conserva l’insegna, oggi è un wine bar dal design ricercato, nato dall’idea di Chiara Pino e Riccardo Ganelli, stanchi di lavorare nella moda. Lo spazio di 75 mq, dal mood un po’ nordico, è firmato dall’architetto Marco Mannacio Soderini, di SagomaStudio, che ha lavorato su rivestimenti e superfici prendendo spunto da preesistenze, come il pavimento in graniglia, per ottenere un equilibrio tra passato e contemporaneità. Le tinte avvolgenti di pareti e soffitti dialogano con materiali come cemento, legno e acciaio che si ritrovano nell’arredo, così come nella zona bar, illuminata da pannelli in policarbonato a soffitto sotto cui spicca il bancone in cemento e acciaio.
Dove: Via Cesare Saldini, 2
Autem
“Da Autem non è lo chef che sceglie il menù, sono gli ingredienti a farlo”, ama ripetere Luca Natalini, chef di origini toscane che a soli 14 anni era già a Parigi per apprendere tecniche e segreti della cucina francese, per poi volare a Praga, a Vienna, e stare cinque anni in Russia. A pochi passi da Porta Romana, da Autem - piccolo gioiello di alta cucina e cool vibes - lo chef, insieme alla sua brigata, accoglie gli ospiti nella sua cucina a vista che si affaccia su un ampio spazio fluido e accogliente che diventa un percorso tra le preparazioni dei piatti e i tavoli (8 per un totale di 30 coperti). Il menù è una carte blanche che cambia di continuo seguendo la natura, sulla scia della vera “cuisine du marché”. Oltre alla famosa Pasta in bianco - gli spaghetti cotti in un decotto di alloro sono poi mantecati con vermouth alle prugne e aceto di mele- altri signature dish dello chef sono: Le lumache come se fosse una bourguignonne, l’audace Cavallo e ostrica e l’Insalata di anguilla affumicata. L’interior rispecchia il carattere sofisticato della cucina con banconi in rovere cannettato e piani in marmo toscano, pavimenti in parquet e ceramica, librerie in legno e ottone con pezzi di Fornasetti accanto a oggetti d’arte, vasi e libri.
Dove: Via Serviliano Lattuada, 2
EGGS
Dopo il successo di Roma, in zona Trastevere, EGGS sbarca a Milano, nel cuore di Brera. A guidare la brigata la chef Barbara Agosti, nota per idee come lo Strapazzo, portato anche a Masterchef e il Gioco dell’Ova, degustazione coreografica di sei gusci d’uovo serviti in una tipica confezione di cartone e riempiti di assaggi inaspettati. Vero dish signature è la Carta delle carbonare: 12 variazioni che partono dalla classica, ma aggiungono diverse opzioni, tutte divise secondo il colore degli ingredienti. A caratterizzare il ristorante sono l’originalità (e il design) delle proposte e un’accurata ricerca sulle materie prime. La carta dei vini conta più di 100 etichette, poi ci sono gli Orange wine, le birre artigianali e un bancone bar che oltre ai classici cocktail propone otto twist, dall’EggSpritz a Meggscal. Il locale, realizzato con la consulenza dell’architetto Lula Ferrari, conta 45 coperti in sala, 12 nel dehors e una ventina nella cantina degustazione, al piano inferiore, da riservare anche per cene ed eventi.
Dove: Via Solferino, 35