Vivere tra uffici vintage e sedie in miniatura
Scorrere Instagram riesce a ispirare grazie alla ricerca quotidiana che certi account di design fanno di sedute, tavoli e elementi da ufficio, tra storia e collezionismo
Un susseguirsi di immagini, meme, profili senza soluzione di continuità. È così che potrebbe essere definita gran parte della nostra attività sui social, in particolare modo su Instagram, dove ogni mese sono attivi 2 miliardi di utenti e al giorno 500 milioni, Websiterating. In questo flusso continuo però è possibile scegliere, costruirsi un feed (compatibilmente con l’algoritmo) che più ci assomigli e che più ancora sia curato e ci dia la possibilità di avere aggiornamenti il più possibile istantanei su tutti quelli che sono i nostri interessi, meglio ancora se da degli account che li sviluppano in modo originale, in maniera laterale, che arricchiscano dunque di sfaccettature i nostri moodboard e reference di ispirazione quotidiani.
Il design non è da meno, inserendosi a pieno titolo in questo flusso e anzi essendone protagonista non soltanto per la sua forza visiva, ma anche per i tanti cultori che dedicano account e ricerca specifici a uniche categorie o a mood, atmosfere. Da questo punto di vista il vintage dei luoghi, come ad esempio quello dell’ufficio - retrò ancora di più oggi visti gli ultimi due anni di enorme diffusione dello smart working - vede pagine seguitissime che raccolgono immagini di vecchi open space, hall di head quarter, ormai vecchi e quasi teneri futurismi con computer old style. È il caso di _______office ad esempio, la cui bacheca permette di immergersi in atmosfere che ricordano le serie tv di Mad Men o di The Office (appunto) dove poltroncine, desk, stampanti e fax fanno bella mostra di sé ricordandoci com’era una volta la vita d’ufficio, in tutti i sensi.
È di certo questa patina un po’ di luci al neon a fare da padrona in altri profili con al centro sempre l’ambiente professionale, come Office.aesthetics, con pubblicità di modi originali per prendere una pausa in un open space, design di scrivanie con separé geometrici o innovativi modi di integrare produttività e innovazione, come i loculi vetrati per call e mini riunioni che ricordano le atmosfere de Il Dormiglione di Woody Allen. Il tutto ovviamente bilanciato da immagini e meme ricavati da episodi di serie tv, come il già citato The Office o Seinfeld.
A tutto questo non possono fare altro che aggiungersi profili di celebrazione unicamente dedicati ad un elemento di arredo. Complice l’enorme letteratura e creatività che nei decenni si è riversata nel ripensare, disegnare, deostruire le sedute, queste ultime non potevano che avere tantissimi profili che le raccontassero. Chair.only - il nome già dice tutto - è uno di questi. Oltre 71mila follower per un account che raccoglie non soltanto still life di sedie prodotte o prototipi, ma anche disegni, schizzi e progetti di uno degli elementi di arredo più versatili che permettono di passare da Philippe Stark a Salvador Dalì, fino a Gio Ponti e Shigeru Uchida. L’account Chair_aware invece predilige un approccio meno storico e più legato alla ricerca e all’innovazione, con render 3d e progetti sicuramente più legati alla contemporaneità.
A dimostrare che la sedia si è spesso rivelata essere un vero e proprio feticcio per gli amanti del design, gli account S.j.p_design e Miniaturstuhl_de raccolgono con scatti autoprodotti miniature delle sedie più iconiche della storia del design. Una ricerca che comporta certamente molto tempo e molta pazienza, ma che ha un vero e proprio mercato. Non è difficile infatti trovare le miniature perfette in ogni dettaglio prodotte dalle aziende di arredamento come Vitra o nei negozi online dove spesso si trovano collezionisti e piccoli produttori artigianali e appassionati come Etsy o ebay. Le copie in scala 1:6, 1:8 della Zig Zag di Gerrit Thomas Rietveld per Cassina, della Panton Chair, oppure di una Thonet con tanto di paglia di Vienna o la poltrona di LeCorbusier per Cassina riescono quasi ad affascinare di più nella loro perfezione microscopica che in dimensione reale, con tanto (a volte) di elemento fisico per far capire a chi segue l’account che quell’immagine che può sembrare una come tante in realtà non lo è: spesso infatti le sedute sono più piccole di cinque centimetri. Adorabili!