Cabinet of Collaborations, celebrazione del connubio azienda-designer
La mostra Cabinet of Collaborations, che si è svolta durante la Dutch Design Week 2021, racconta come la figura del designer sia fondamentale nell’apporto di nuove opportunità di innovazione per l’industria.
Dopo la crisi degli ultimi due anni, è ancora giusto produrre come negli ultimi decenni? Focalizzarsi sulla crescita economica a discapito di tutto? La mostra Cabinet of Collaborations, parte del programma della Dutch Design Week 2021, ha cercato di rispondere a queste domande mostrando la collaborazione azienda-designer e il ruolo che la figura può avere nel trovare nuove opportunità per l’industria. Il tema dominante della DDW 2021, The Greater Number, è supportato da alcuni sottotemi e questa mostra, progettata da Envisions e dallo Studio Rick Tegelaar e co-curata dalla Dutch Design Foundation, affronta il potere del design nel business e la necessità di una crescita responsabile. L’obiettivo principale è anche far comprendere a tutti il ruolo del designer nell’industria: non si tratta solo di progettare un prodotto che deve vendere, ma di comprendere il linguaggio e l’identità di un’azienda, affiancare il lavoro e portare innovazione grazie a nuove associazioni di idee, a prospettive differenti. Molto spesso, infatti, i parametri fissati dal mercato e i limiti della produzione possono essere interpretati dai designer come una sfida o una nuova opportunità.
Per mostrare tutto ciò, Cabinet of Collaborations ha presentato una selezione di progetti nati da coinvolgenti collaborazioni interdisciplinari tra aziende e designer. Un esempio concreto della creatività della figura del progettista è visibile con Inside Out Cabinet, l’armadio ideato da Klaas Kuiken con il materiale strutturale Finsa Greenpanel. Solitamente nascosto all’occhio e rivestito, il materiale presenta una struttura alveolare che il designer ha deciso di utilizzare come finitura e pattern decorativo. In maniera simile, Everything but the Desktop del duo Daphna Laurens utilizza due layer di Forbo Desktop, rivestimento in linoleum per superfici, per creare On top organisers, Above lamp e Beside chair, tre serie di prodotti, contenitori per oggetti, lampade a sospensione e sedute, in cui Desktop diventa il protagonista. Ancora più suggestiva è O-Floor Lamp di Job van den Berg: una collezione di lampade in cui l’impiallacciato di legno (wood veneer), solitamente usato come rivestimento, diventa struttura portante. Arrotolando il materiale in tubi e creando giunti e volumi, il designer è riuscito a creare un prodotto fatto solo da impiallacciato di rovere. Questa intuizione trae l’occhio in inganno: visibilmente pesanti e monolitiche, le lampade sono leggere come una piuma.
Un altro esempio è il progetto Water Textile Collection dello studio BYBORRE per Natuzzi Italia. L’idea prende ispirazione dalla Puglia, casa del brand, e dall’osservazione del movimento delle onde del mare. Il risultato è un delicato tessuto tridimensionale nato da un filato che unisce lana di altissima qualità e PES riciclato. Attraverso una struttura a rete a doppio strato, viene inserito filato di riempimento che va a gonfiare i vuoti progettati, creando così un effetto onda che invita l’utente a toccare e sentire il tessuto. Per capire il vero ruolo del designer in questo progetto, c’è da aggiungere che durante la fase di ricerca, BYBORRE ha anche ricablato il sistema e hackerato il software in uso nelle macchine per la produzione tessile, al fine di garantire il miglior risultato possibile con il minor spreco di materiali.
Come si può notare, la collaborazione tra designer e azienda può dare risultati inaspettati e creare nuove opportunità di innovazione. In un momento come quello che stiamo vivendo, in cui è evidente la necessità di trovare un nuovo equilibrio tra produzione e sostenibilità, la figura del designer può essere la chiave vincente. Con la visione del singolo progettista e la conoscenza specializzata di materiali, tecnologie e mercati di un partner industriale, attraverso una reale collaborazione interdisciplinare, sia il designer che l'industria possono raccogliere nuove sfide e trovare soluzioni che individualmente non sarebbero raggiungibili.