60 anni di Salone del Mobile.Milano raccontati a chi non c'era
Le tappe che hanno segnato la storia della manifestazione di design più importante del mondo
Una fiera tanto specializzata quanto eterogenea, simbolo di un modo di lavorare sì industriale ma anche, e soprattutto, molto culturale, che ogni anno attira centinaia di migliaia di visitatori: addetti ai lavori, produttori, progettisti, venditori, appassionati, curiosi e neofiti. Quello del Salone del Mobile.Milano è un appuntamento trasversale che il mondo del design internazionale condivide entusiasticamente con la città. Quest'anno, per la sessantesima volta.
1961-1971
Era il 24 settembre del 1961 quando un gruppo di tredici intraprendenti mobilieri italiani decise di inaugurare la prima fiera milanese legata al mondo dell'arredo, che, grazie a una felice intuizione, si chiamò fin dall'esordio Salone del Mobile. 328 aziende accolsero così l'invito a partecipare a questa nuova avventura espositiva (il cui manifesto fu disegnato dal celebre grafico e illustratore Camillo Pizzigoni) e i reporter televisivi descrissero questa prima edizione “una dotatissima campionaria di tutto ciò che può fare bella e comoda la nostra casa”.
Nel giro di pochissimi anni, nel '65, le aziende leader del settore arredo vennero raggruppate al padiglione 30/3 della fiera, creando uno spazio espositivo con una ricca offerta commerciale. Nello stesso anno il Salone iniziò anche a progettare allestimenti più uniformi e percorsi semplificati, cominciando a presentarsi con un'identità sempre più definita, compatta e, quindi, anche più efficace. Una scelta che ha senza dubbio pagato negli anni del boom immediatamente successivi, tant'è che già nel 1967 la manifestazione si guadagnò anche il titolo di “internazionale”. Nello stesso periodo, per amplificare l'appuntamento anche in città, venne organizzata la Mostra retrospettiva per una documentazione sul design del mobile in Italia dal 1945 a oggi, inaugurando il programma culturale che ogni anno affianca la manifestazione.
1971-1981
Negli anni '70, si consolidarono alcuni dei cambiamenti della società che attraversarono il decennio precedente e, insieme al mercato e al lavoro, si scoprirono radicalmente cambiate anche le case. Assecondando naturalmente quest'evoluzione, nacquero così anche le prime due biennali del Salone del Mobile: EuroCucina nel '74 ed Euroluce nel '76, segnali di un cambio di percezione anche degli spazi più funzionali della domesticità. La tecnologia si integrò nei mobili, diventò elemento d'arredo a sé, e parte della quotidianità di molte famiglie italiane.
1981-1991
L'interesse nel design, nella progettazione degli interni e nel comfort domestico era in continua crescita e il Salone del Mobile si affermò sempre di più come punto di riferimento mondiale di tutte le sfumature del settore. Al focus sull'illuminazione e a quello sulla cucina, si affiancò a partire dal 1982 anche Eimu, manifestazione dedicata all'arredo ufficio (poi ribattezzata SaloneUfficio e oggi Workplace3.0), che pose i riflettori sull'importanza della qualità dell'ambiente di lavoro. L'appuntamento annuale divenne imperdibile e nel 1987 il Cosmit (Comitato promotore del Salone del Mobile Italiano) fu insignito del premio Compasso d'Oro “per l'importante contributo alla promozione e diffusione del settore più sensibile al design”. L'autorevolezza di questo prestigioso riconoscimento stimolò a proseguire sul percorso tracciato e a crescere sempre di più: alla fine degli anni '80 il Salone lanciò anche la sua prima campagna pubblicitaria, disegnata dallo studio STZ, tra i più innovativi e sorprendenti di quegli anni.
1991-2001
La rassegna, ormai ben consolidata, continuò a crescere tra le mura dei padiglioni fieristici mentre portava avanti un ricco programma di mostre collaterali. Da un lato, venne inaugurato un filone che omaggiava i grandi maestri del design – con la monografica dedicata ad Achille Castiglioni nel 1996, seguita poi da quelle su Joe Colombo, Gio Ponti, Vico Magistretti, Alvar Aalto, Bruno Munari ed Ettore Sottsass –, dall'altro, diede vita a nuove modalità di fare mostre con eventi trasversali a coniugare design, arte, moda e cibo, a partire da Stanze e Segreti, tenutasi alla Rotonda di via Besana nel 2000.
Nel frattempo, nel 1994, Massimo Vignelli progettò il manuale per l'immagine coordinata del Salone del Mobile con cui, nel 1998, vinse il Compasso d'Oro. Nello stesso anno nacque anche una delle più vincenti manifestazioni del Salone del Mobile: il SaloneSatellite, ideato da Marva Griffin Wilshire, che per questo progetto, nel 2017, fu insignita dell'Ambrogino d'Oro e, nel 2014, del Compasso d'Oro alla Carriera “per aver fatto emergere negli anni molti giovani talenti del design nazionale e internazionale”. Il SaloneSatellite, la sezione “trampolino di lancio” dove neolaureati e giovanissimi professionisti mettono in mostra i loro progetti, è diventato negli anni il punto di riferimento delle aziende alla ricerca dei talenti del futuro e il luogo della fiera dove lasciarsi contaminare da idee freschissime e approcci inediti al progetto.